SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime
sparito, e nessuno seppe dire che via avesse presa. Da allora, zoccolaio ed asino, non furono più visti né sentiti. Il Reuccio, quella sera, voleva andare a
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braccia ciondoloni, in maniche di camicia come soleva andare di estate, scalzo, coi calzoni stretti ai fianchi da una cinghia di cuoio; e, fatta una smorfia
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smettere? - domandò. - Lasciate andare la zappetta d'argento. Infatti, tutt'a un tratto, Zappa cessò di lavorare. Non occorse far la prova con Falce. Visto
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mia testa! .... Il Re cominciò sùbito la cura. Ogni sera, prima di andare a letto, apriva lo scatolino dell'unguento, ne prendeva quanto un cece, lo
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fermarsi in mezzo alla via, ansimante, quasi non avesse forza di andare avanti e di reggersi in piedi. Accorsero; si offersero in coro: - Avete bisogno di
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cominciato a staccarsi, era stato colpito da una strana malattia. Non poteva star fermo: con la testa e col busto doveva andare e venire come un pendolo
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saperlo! Alla brusca interruzione, il Principe mutò tono. - Mago, buon Mago, vi prego ... - Non sono Mago; lascia andare! ... - Stregone, potente
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? (Rientra Wolff mascherato da Mago, coll'identico vestito di Rospus, la grande barba fluente, ed imita l'andare e i gesti di quello.) ROSPUS (sta per
Accademia della crusca
